L’inchiesta su Tod’s per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, c.d. “caporalato”, rappresenta un segnale di allarme per il mondo imprenditoriale: la Procura di
Milano ha iscritto tre manager nel registro degli indagati, per aver ignorato vari audit e ispezioni che segnalavano gravi violazioni in materia di condizioni di lavoro nelle società fornitrici.
Oltre ai vertici, la Procura sta anche perseguendo la Società sulla base della legge sulla responsabilità amministrativa degli enti (D.lgs. 231/2001), perché non basta avere un Modello 231 “di
facciata”, bensì occorre dotarsi di uno strumento effettivamente in grado di prevenire determinati reati. A Tod’s, infatti, viene contestata una grave colpa organizzativa, che i giudici definiscono
come al limite dell’«atteggiamento doloso», l’assenza di «modelli adeguati» a prevenire il reato di “caporalato” da parte di soggetti apicali.
I punti salienti dell’inchiesta
- Le indagini riguardano opifici cinesi nelle provincie di Milano, Pavia, Macerata e Fermo, fornitori di Tod’s, dove sarebbero emerse condizioni di lavoro pesanti: orari eccessivi,
salari sotto la soglia minima, ambienti degradanti e problemi di sicurezza.
- Secondo la Procura, i manager non hanno dato seguito alle raccomandazioni degli audit esterni, ignorando indicatori di sfruttamento significativo.
- È stata chiesta al Gip un’interdittiva di sei mesi per impedire a Tod’s di pubblicizzare i propri prodotti.
- La Procura contesta inoltre un “agevolazione colposa” dello sfruttamento nella filiera, cioè una carenza organizzativa tale da facilitare i reati da parte dei fornitori.
- Tod’s, da parte sua, sostiene di aver sempre effettuato controlli e di operare con fornitori che si impegnano formalmente a rispettare i contratti di lavoro.
Perché la 231 è cruciale
Questo caso evidenzia con forza alcuni aspetti chiave:
- Responsabilità individuale vs aziendale
Per determinati reati è previsto che risponda non solo la persona che l’ha commesso, bensì pure la Società se il fatto è stato commesso nell’interesse o a vantaggio di questa. Il Modello 231
strutturato secondo i parametri normativi e le linee guida di categoria, adottato ed efficacemente attuato prima del fatto, consente di escludere la responsabilità dell’ente ed evita alla Società
pesanti sanzioni pecuniarie e interdittive.
- Prevenzione strutturale
Il Modello 231 non è un documento dal valore solamente formale: rappresenta il fulcro delle azioni di prevenzione concrete: valutazione dei rischi, predisposizione di protocolli, audit, formazione, e
monitoraggio da parte di un Organismo di vigilanza autonomo e indipendente. Bisogna evitare il rischio, che il caso Tod’s evidenzia, di rendere una seria misura di prevenzione un documento dal valore
meramente “cosmetico”.
- Reputazione e sostenibilità
In un settore altamente visibile come quello del lusso, emergere in un’inchiesta per caporalato può compromettere gravemente l’immagine. Un modello 231 efficace non tutela solo legalmente, ma aiuta
anche a presidiare la reputazione aziendale.
- Compliance come investimento
Le organizzazioni che investono nella 231 non solo gestiscono meglio i rischi legali, ma dimostrano anche serietà verso i dipendenti e la filiera. Questo è sempre più importante per clienti, partner
e istituzioni.
Se vuoi affrontare il tema del Modello 231 in Rc Soluzioni poassiamo:
- Offrire consulenza per implementare o aggiornare il Modello 231, garantendo che non sia solo un “adempimento formale”, ma uno strumento operativo e preventivo calibrato sulla
specifica realtà aziendale.
- Supportare le aziende nella costruzione di sistemi di audit interni nella progettazione di protocolli efficaci e nella formazione dei manager, per assicurarsi che gli input degli
audit generino miglioramenti reali.
- Aiutare a certificare modelli di compliance, rafforzando la trasparenza verso stakeholder e rafforzando la fiducia nel brand.
Il caso Tod’s, seppure rilevante, non è un evento isolato: negli anni, anche i più recenti, molti altri brand e società di primaria rilevanza sono state coinvolte in indagini, e in diversi casi la
risposta giudiziaria è passata attraverso l’analisi della responsabilità 231. Per le imprese moderne, adottare un Modello Organizzativo 231 non è tanto un obbligo
normativo, ma una leva strategica: serve per proteggersi, ma anche per costruire un posizionamento etico e sostenibile nel mercato globale.