Con l'arrivo dell'estate e l'innalzamento delle temperature, aumentano i rischi di stress termico e colpi di calore nei contesti professionali.
Caso 1 – Operai all’aperto
In un cantiere di illuminazione pubblica, un operaio utilizza un martello demolitore su asfalto con temperature ≥ 34 °C e umidità al 55%. L’elevata radiazione solare e il microclima esasperato portano a tremori e pallore: dopo il trasporto in ospedale la diagnosi è colpo di calore. Purtroppo, il lavoratore muore poco dopo.
Caso 2 – Ambiente interno
In un reparto per la manutenzione e sanificazione di deambulatori, un altro lavoratore crolla e muore l’indomani, nonostante le condizioni lavorative relativamente moderate. L’autopsia evidenzia una serie di patologie croniche, obesità, diabete, ipertensione in terapia, cardiomegalia, steatosi epatica — che hanno aggravato la risposta al caldo, confermando il colpo di calore come causa del decesso.
Patologie a rischio e misure preventive
Il documento Worklimate, citato da PuntoSicuro, evidenzia come malattie croniche (tiroide, obesità, asma, disturbi cardiovascolari, renali e neurologici) favoriscano gravi reazioni al caldo Ecco alcune indicazioni operative tratte dai report:
Un piano integrato per la gestione del rischio termico deve includere:
I due casi descritti da PuntoSicuro sono tragici promemoria di come il caldo possa uccidere tanto sui cantieri all’aperto quanto in ambienti chiusi. Con misure proattive, formazione continua, e un coordinamento sanitario solido, si può ridurre significativamente il rischio di colpi di calore sul lavoro.
Fonti e approfondimenti:
Materiale originale tratto da PuntoSicuro – “Imparare dagli errori: quando le temperature esterne si alzano” (puntosicuro.it )